ABITANTI: 500 circa
FESTA PATRONALE: Madonna delle Grazie. 2 luglio.
ALTITUDINE: 450 s.l.m.
VIE DI COLLEGAMENTO
- Strade: si collega con il centro cittadino di Lamezia Terme con la S.P. 78, dal quale dista circa km 3; dista dallo svincolo autostradale SA-RC , dallo snodo ferroviario di Lamezia Terme centrale e dall’aeroporto internazionale circa 15 km.
- Treni: F.S. a lunga percorrenza Lamezia Terme Centrale.
- Autobus: servita dal servizio comunale e da autolinee private per il tratto che va dalla frazione al centro cittadino.
- Aeroporto: Lamezia Terme
EVIDENZE NATURALISTICO-AMBIENTALI
La frazione si colloca su una zona collinare che sovrasta la piana di Lamezia Terme. È immersa nella natura tipica della macchia mediterranea e offre una splendida vista panoramica su gran parte dell’area dell’istmo, con i suoi centri abitati, le aree verdi e i litorali.
EVIDENZE SOCIO-ECONOMICHE
- Agricoltura: uliveti, agrumeti, ortaggi.
- Artigianato: laboratorio di tessitura al telaio antico e ricamo, “a navetta” di Francesca Filippa.
- Sportelli bancari e postali: n.1 sportello postale
- Ospedali vicini: Lamezia Terme
EVIDENZE STORICO-ARTISTICO-CULTURALI
Nel 1444 ebbe origine il villaggio Zangarona. Quando l’invasione turca, che aveva già occupato la Grecia, stava penetrando a fatica nei territori albanesi. Ebbe in questo periodo luogo la diaspora della popolazione albanese nelle coste della calabria centro-settentrionale, trovando ospitalità e soccorsi nei reami aragonesi. Una di queste colonie venne stanziata a 4 km circa da Nicastro, in un suolo asciutto con comodità di acque fresche ed abbondanti. Sebbene da principio fosse un centro di qualche centinaio di famiglie, crebbe presto di numero e venne chiamata Zangarona dal nome della contrada dove sorse. (Testo tratto da Memorie storiche della città di Nicastro dai tempi più remoti fino al 1820, Arnaldo Forni Editore).
- Festività:
- Madonna delle Grazie – 2 luglio. Alla vigilia della celebrazione, la serata si conclude con spettacoli nella piazza principale, mentre, durante giorno 2 luglio, la comunità partecipa alla celebrazione religiosa ed alla processione per le strade del paese. La festa si conclude con spettacoli serali.
- San Giuseppe – 21 marzo. Celebrazione religiosa seguita dalla processione.
Il centro storico è caratterizzato dalla presenza di abitazioni che hanno mantenuto la loro originalità, ma non sono state sottoposte a manutenzione, pertanto si trovano in discrete condizioni. Ciò posto, percorrendo le strette stradine, si scorgono piccoli ballatoi che aprono ad abitazioni di piccole dimensioni. Infatti, normalmente, le abitazioni sono costituite da una o due stanze e quasi sempre su due livelli. La tipologia costruttiva è in muratura di pietrame e malta. Nelle abitazioni più importanti si intravedono finiture di intonaco.
- Risorse architettoniche/Architetture “minori” e “colte”
- Chiesa di Santa Maria delle Grazie - Si trova nella piazza principale. Nella prima epoca, gli albanesi eressero la loro chiesa sotto il titolo di “San Nicola” nel rito greco-ortodosso, che durò fino al XVI secolo. Nel 1601, quando gli abitanti passarono al rito latino, la frazione fu elevata a Parrocchia da Mons. Montorio. Nel 1616, fu eretta un’altra chiesa sotto il titolo di Santa Maria delle Grazie e ogni cittadino diede il suo contributo. La nuova chiesa era molto più grande: oltre all’altare maggiore, dedicato a Maria SS. Delle Grazie, vi erano altri quattro altari dedicati al SS. Sacramento, al Santo Rosario, alla Madonna Addolorata e alle anime del Purgatorio. L’altare maggiore e la nicchia alle sue spalle furono costruiti in marmo nero trovato in una cava vicino al paese. Il campanile della chiesa era molto più alto di quello attuale e finiva a punta. Vi erano quattro campane, di cui la maggiore venne chiamata Santa Maria delle Grazie, la media Santa Barbara e la più piccola San Nicola. Con il terremoto del 1638, cadde la punta del campanile, con l’orologio e la campana più grande. Attualmente il campanile è uguale al tetto della chiesa, ha base quadrata ed è a forma di torre con una balaustra sui lati. Tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ’90 venne ristrutturata la pavimentazione interna della chiesa, e, durante i lavori, è stata rinvenuta una lapide in marmo bianco (attualmente posta sul primo pilastro a destra rispetto all’ingresso principale) di dimensioni 80x60 cm, con fogliame e volute. L’iscrizione riporta il nome di Francesco Ciliberti, data 1782.
- Risorse archivistico-documentarie:
- Biblioteca comunale (Lamezia Terme)
- Biblioteca diocesana (Lamezia Terme)
- Associazioni culturali: “Xingarona largh dhe afёr”
EVIDENZE DEMO-ETNO-ANTROPOLOGICHE
- Alimentazione e piatti caratteristici: Si conserva ancora la produzione casareccia di dolci tradizionali:
- PETULLA (Zeppole, frittelle fatte con farina, patate e lievito)
- KUCUPË (cuzzupa fatta con farina, zucchero e uova)
- KULEÇE (biscotti, ciambelle fatte con farina, zucchero, uova e lievito)
- Giochi popolari: giochi tipici della tradizione calabrese.
DOCUMENTAZIONE
- Archivio comunale
- Memorie storiche della città di Nicastro dai tempi più remoti fino al 1820, Pasquale Giuliani, Arnaldo Forni Editore
- Spigolature storiche sulla città di Nicastro, Pietro Ardito, Fratelli Gigliotti Ed.
- La storia calabrese e la dimora degli ebrei in Calabria dal secolo V alla seconda metà del secolo XVI, Oreste Dito, Edizioni Brenner, Cosenza
- Le colonie italo-albanesi di Calabria storia e demografia secoli XV-XIX, Zangari, Editore Casella Napoli
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