ABITANTI: 2.068 ( caraffoti )
FESTA PATRONALE: Santa Domenica 6 luglio
SUPERFICIE DEL COMUNE: 20,40 Km²
DENSITÁ: 84,4 abitanti/Km²
ALTITUDINE: 365m s.l.m.
VIE DI COLLEGAMENTO
- Strade: A3 uscita Lamezia Terme/Catanzaro - SS280 fino al bivio per Caraffa di Catanzaro – provinciale fino al paese.
- Treni: FS a lunga percorrenza stazioni di Lamezia Terme e Catanzaro Sala.
- Autobus: linea Catanzaro/Cortale e Catanzaro/Soverato.
- Aereoporto: Lamezia Terme.
DINTORNI PAESAGGISTICI & EVIDENZE NATURALISTICO-AMBIENTALI
Caraffa è un paese del catanzarese che si trova nel punto più stretto dell’istmo di Catanzaro, tra il golfo di Squillace e quello di S. Eufemia. Confina con i comuni di Catanzaro, Maida, San Floro, Settingiano e Marcellinara. Dista 18 Km da Catanzaro.
Il paese è circondato da campi coltivati.
Da visitare:
- Il Parco Comunale “Facciata dei previti” (area picnic): recintato da uno steccato in legno, vi si accede attraverso una scalinata che conduce in un piccolo bosco di pini e castagni. All’interno è attrezzato con area picnic, parco giochi, campo di bocce, pista ciclabile e pista di pattinaggio. Accanto, un anfiteatro con chiosco usato per rappresentazioni.
- L’area picnic: nella zona sottostante di “Përrahela”.
EVIDENZE SOCIO-ECONOMICHE
Agricoltura:
- olive, uva, ortaggi
- si pratica inoltre la raccolta di erbe e frutti spontanei (capperi, cicorie, funghi, fichi d’india, origano, asparagi).
Artigianato:
- produzione privata di ricami e merletti,
- oggetti in legno (utili soprattutto alla pastorizia)
- ceste
- lavorazione del ferro
Ristoranti, gelaterie, pasticcerie, pizzerie, enoteche, ecc:
- Bar Sulla
- Bar pasticceria Iania
- Bar da Enza
- Bar Centrale – Donato
- Pizzeria “La Focacceria”
- Pizzeria ristorante “La Palma”
- Pizzeria ristorante “La Tavernetta”
- Ristorante “La Gardenia” (Caraffa Sarrottino)
Impianti sportivi:
- Campo di calcio
- Campo di calcetto
- Campo di bocce
- Campo da tennis
- Palestra coperta
Sportelli bancari e postali:
- n. 1 sportello bancario
- n.1 ufficio postale
Ospedali vicini: Catanzaro
EVIDENZE STORICO-ARTISTICO-CULTURALI
Note storiche:
Anticamente conosciuta col nome di Arenos (Arenoso), Caraffa, in provincia di Catanzaro, deve la sua nascita all’incontro tra la cultura albanese e quella calabrese. Di origine medievale, il piccolo borgo fu fondato nel 1448 da milizie albanesi. I soldati decisero di collocarsi su un costone pianeggiante ben riparato posto a circa 380 metri sul livello del mare. E proprio qui, le milizie albanesi fondarono quello che oggi costituisce il centro abitato di Caraffa, uno dei primi insediamenti arbëresh in Italia.
Il nome della cittadina riprende quello della famiglia dei Carafa, feudatari discendenti da un ramo della dinastia dei Caracciolo, duchi di Nocera, che permisero la costruzione delle abitazioni sui propri territori. Una seconda spedizione di soldati albanesi, comandata dall’eroe nazionale Giorgio Kastriota Skanderbeg, giunse in Calabria nel 1461.
A seguito della sconfitta degli albanesi a Kruja, tra il 1468 ed il 1506, tutte le città albanesi finirono sotto il dominio dei Turchi, i quali costrinsero gran parte della popolazione a fuggire. Fu così che parte di loro trovò rifugio in Calabria all’interno dei feudi della famiglia Sanseverino, imparentata con l’albanese Skanderbeg.
Oltre al centro di Caraffa, altri insediamenti erano presenti anche a Usito e ad Arenoso. In breve tempo, tutti gli abitanti si concentrarono sul costone pianeggiante che rappresenta tuttora il centro storico del paese, distrutto, in gran parte, dal terribile terremoto del 1783. Soltanto nel 1807, dopo la fine del regime feudale e sotto la dominazione francese, il piccolo borgo riuscì ad ottenere l’autonomia gestionale, divenendo Università (attuale comune) del comprensorio di Tiriolo.
Con l’Unità d’Italia, Caraffa rientrò nel distretto di Catanzaro e nel 1867 assunse l’attuale denominazione.
Festività:
- Santa Domenica – 4/5/6 luglio. Si articola in tre giornate. Il 4 luglio, lungo corso Colombo e in parte del centro storico, si svolge una grande fiera che richiama molta gente dal circondario. Il 5 luglio la processione accompagnata dalla banda, e, in serata, manifestazioni e fuochi d’artificio. Il 6 è il giorno dedicato alla vera e propria festa religiosa: dopo la messa e la processione, sono organizzati concerti. La sera la festa si conclude con i fuochi d’artificio. Per l’occasione moltissimi emigrati ritornano a Caraffa.
- La Confrunta – Pasqua. Si tratta dell’incontro tra le statue del Cristo e della Madonna dopo l’annuncio della Resurrezione da parte di S. Giovanni. Fino a qualche tempo fa, durante tutta la Passione, le campane non suonavano. Per chiamare a raccolta i fedeli venivano invece usate le troche (strumenti fatti di canne e linguette di legno).
Manifestazioni:
- Rassegna culturale e folcloristica – II decade di maggio. La scuola media “L. Monteleone” organizza annualmente questa manifestazione alla quale partecipano i rappresentanti delle minoranze storiche calabresi (albanesi, grecanici, occitano-valdesi).
- Estate arbëreshe – Sono numerose le attività organizzate per il periodo estivo. Spaziano dalle mostre, alla musica, alla danza, ai giochi.
- Sagre – nel corso dell’anno si tengono diverse sagre (sagra della granita, della carne di cinghiale, ed altri prodotti tipici locali).
- Falò di Natale – durante la notte di Natale viene acceso in piazza un grande fuoco che testimonia l’accoglienza della comunità al Messia. Intorno al falò vengono realizzate danze accompagnate da canti tradizionali.
Risorse urbanistiche:

Il centro storico di Caraffa conserva ancora una strutturazione urbana tipica di un paese rurale, con viuzze strette e poco accessibili. Allungando lo sguardo tra i vicoli si possono ritrovare strutture semplici che mantengono la tipologia originaria, case molto basse sotto il livello delle strade, mono o bilocali in pietra rette da un impasto di sabbia e paglia (bresda), senza intonaco, con il pavimento in terra battuta e tetto in cotto sostenuto da travi di legno. Retaggio di una cultura che stenta a scomparire, sul tetto di alcune case sono ancora visibile le maschere apotropaiche, dalla tièica espressione feroce, per allontanare calamità e malocchio.
A Caraffa il legame tra struttura sociale ed urbana è strettissimo, la rruga, cioè la strada e la gjitonia, il vicinato, costituiscono la naturale prosecuzione della casa e della famiglia all’esterno. In particolare la gjitonia, caratterizzata da una piazzola comune dove ogni casa ha un proprio ingresso o almeno una finestra, tanto da permettere alla voce e alla vista di creare contatti con i confinanti, è il salotto urbano deputato alla vita sociale delle persone e le famiglie del rione. (tratto da Garrafa – Caraffa di Catanzaro – Guida turistica, toponomastica e onomastica, a cura di C. Mazzei, 2003-2004).
Risorse architettoniche / Architetture “minori” e “colte”:
- Chiesa di Santa Domenica
Si trova in piazza Skanderbeg. La facciata dell’edificio, con corpo centrale avanzato rispetto alle ali ribassate, ha un portale d’ingresso in pietra con arco ogivale affiancato da due finestre a ogiva con vetri colorati, e sovrastato da una bifora sulla quale è inciso 1936, data in cui la chiesa fu riaperta al culto dopo essere stata distrutta dal terremoto del 1905 (era stata già ricostruita nel 1792 a seguito del crollo del 1783). Ai lati si trovano due lapidi in marmo in ricordo dei caduti in guerra. Nell’interno a tre navate ci sono un altare sormontato dalla statua di Santa Domenica ed un pulpito di foggia moderna, in cui sono molto evidenti le lettere dorate che compongono la parola latina “pax”. Tra le opere conservate: una tela raffigurante la Madonna del Rosario con i quindici misteri e le statue di S. Giuseppe, di S. Francesco, dell’Immacolata, di Gesù risorto e del Sacro Cuore.
- Cappella della Madonna delle Grazie: ormai ridotta ad un rudere, si trova in una zona di campagna intorno a Caraffa. È anche conosciuta come la “chiesetta dei Maiorana” perché un tempo era proprietà di questa famiglia. All’interno s’intravedono alcuni affreschi, pare di epoca tardo-romanica.
- Palazzo Comi: si trova in piazza Skanderbeg. La sua edificazione è stata iniziata ai primi dell’800 e completata dopo circa 50 anni. A trent’anni dall’inizio (come si evince da alcune foto del 1830) l’immobile era ancora privo d’intonaco. Su due livelli, il palazzo presenta un portale principale in pietra con arco a tutto sesto e balconcini in ferro battuto. In questa casa visse il maggiore Luigi Comi, ricordato con una targa su cui sono scolpiti versi da lui composti. L’edificio è a forma quadrata ed è di notevole imponenza. I portoni in legno sono tutt’ora sovrastati da travi arcuate. Le grate in ferro battuto, con lavorazione e fusione ad incastro, rimandano un’armonia visiva ad ogni singola finestra ed un gradevole equilibrio all’intera struttura. Le caratteristiche dell’atrio scoperto e della scala in pietra lavica rendono affascinante la parte interna del palazzo.
- Palazzo Peta: si trova in via Italia. E’ ascrivibile al XIX secolo. L’edificio è a pianta rettangolare ed è disposto su due livelli. Costruito per volontà del dottore Antonio Peta, esso venne adoperato, oltre che per abitazione, anche come ambulatorio. Il medico svolse la sua professione per oltre 50 anni e per un altro mezzo secolo il figlio seguì le orme paterne, pertanto, parte dell’edificio venne adoperato per più di un secolo ad ambulatorio medico. Si accede al piano superiore tramite un’ampia scala a doppia L con ringhiera in ferro battuto dopo aver attraversato un imponente portone in legno ed un atrio a forma quadrata il cui pavimento è rivestito di pietre vive. Fa parte della proprietà anche un altro locale adibito a frantoio, con vecchio sistema di macina e la presenza di una cisterna per la raccolta delle acque piovane. Nell’immediato dopoguerra, un artigiano decorò la parte interna dell’edificio, mentre la facciata esterna non è mai stata intonacata e ne è tuttora evidente la composizione: prevalentemente presenti sono le pietre di piccolo taglio a forma tondeggiante e di pietre arenarie. Questo materiale lapideo, dopo un’accurata cernitura, veniva adoperato come elemento decorativo.
- Palazzo Miceli: è collocato su una piazzetta adiacente la piazza principale del paese. L’on. Gennaro Miceli fece costruire quest’edificio attorno agli anni trenta. Di notevole presenza architettonica, esso è strutturato su due livelli, di cui una parte del piano terra è stato da sempre adibito a magazzino, l’atra parte come sede di partito politico, mentre il piano superiore ad abitazioni. Le facciate del palazzo sono state intonacate, mentre nella parte anteriore è chiaramente leggibile una struttura di antica fattura, dove vi è la presenza di un arco in mattoni.
- Busto di Nicola Mazzuca: al sindaco che resse il municipio di Caraffa per due volte è stato eretto, nel 1998, un busto con targa.
- Busto di Gennaro Miceli: il busto del deputato PCI è in via San Vincenzo.
- Busto di Giorgio Castriota Scanderbeg: nell’omonima piazza è posto il busto bronzeo del grande condottiero albanese.
- Fontane storiche:
Intorno al centro abitato rimangono alcune fontane storiche che conservano ancora oggi il nome originario.
- Kostandini - Costantino: probabilmente prende il nome dall’antico canto albanese “Kostandini e Jurundina” (“Besa i Kostandinit”). La fontana è molto antica ed è situata in un piccolo burrone. Essa aveva prevalentemente una funzione di servizio per gli abitanti a sud del paese e per tutti coloro che andavano a lavorare nella zona del Carrà. E’ costituita tuttora da due uscite di acqua con abbeveratoio.
- Kroi i madh - Fontana grande: essa sorgeva agli inizi del “Fosso Foto” (abbastanza vicina al centro abitato). Non esisteva una struttura in muratura, ma solo un muretto di sostegno con due uscite per l’acqua. La sua posizione era di particolare comodità per tutte le persone che dovevano andare in campagna. Questa fontana è stata purtroppo distrutta dalle alluvioni degli anni ’70.
- Kroareli - Piccola fonte: questa è la vecchia fontana dei ricordi, non solo perché rappresenta una delle più antiche ed importanti fontane, ma anche per i notevoli risvolti storici e sociali ad essa legati. Essa è costituita da due strutture in cemento: la prima comprende un piccolo abbeveratoio e due fontanelle da dove scorre l’acqua delle vicine sorgenti. E’ stata ristrutturata e migliorata negli anni ’30. La seconda struttura comprende un lavatoio coperto e l’abbeveratoio più grande ed è stata costruita nel 1920.
- Biveri - questa è la fontana artisticamente più rappresentativa ed è sita in un punto strategico poiché si trova al passaggio di una strada che consentiva alla popolazione di recarsi in campagna. Pur non ricchissima di acqua, essa svolgeva l’importante funzione rurale di abbeveratoio grazie alle sue due capienti vasche. Essa è stata costruita tra il 1909 e il 1911.
- Ngjela – “Luogo di attesa/riposo”: anch’essa è una fontana ad uso principalmente rurale ed è situata sotto il monte Arenoso, lungo la strada provinciale Caraffa/Corace.
- Nxhika – il probabile significato è “mi sazio con avidità di acqua” da “ngihem”. E’ una sorgente molto ricca di acqua, dove le donne andavano a lavare la biancheria sulla pietra. Successivamente, durante i lavori di bonifica del 1929, fu costruita una bella e grande fontana con sei uscite d’acqua, una lunga tettoia in cemento armato e sei capienti vasche per il risciacquo dei panni. Attualmente, a causa dell’alluvione del 1970, è completamente sommersa dalla sabbia.
- Monumento ai caduti: La Repubblica personificata in una donna alata ricorda i caduti per la Patria. Una lapide di marmo ne riporta i nomi.
- Mulini:
- Mulino di “Maiorana”: in località Usito, era di proprietà della famiglia Cesare Maiorana di Borgia. Esso è uno dei più grandi ed anche il più ricco architettonicamente del territorio di Caraffa. E’ caratterizzato da tre arcate che sorreggono la condotta dell’acqua. E’ stato attivo fino al 1945 e veniva alimentato dai torrenti Usito e Purrafele.
- Mulino di “San Nicola”: in località Maricello, nella zona tra Usito e Mazzica, era di proprietà della famiglia Nicola Zolea di San Floro. Esso veniva alimentato dal torrente Maricello.
- Mulino “Conicello”: in località del torrente Conicello, tra il confine Caraffa – Cortale.
- Mulino “Miceli”: della famiglia dell’On. Miceli. Esso era situato in località Acqua Bianca – Vattinderi. Questo è uno il mulino più grande e posto in una zona molto ampia e centrale sotto il torrente “Rimito”.
- Mulino “Maggiore Comi”: di proprietà della famiglia del Maggiore Luigi Comi, pure esso è situato in località Acqua Bianca – Vattinderi, zona ricca di acqua e di folta vegetazione.
Risorse archivistico-documentarie:
Associazioni culturali:
- U.N.L.A. Centro di Cultura per l’Educazione Permanente
- Pro Loco arbëreshe
- Gruppo folkloristico musicale “Le stelle del folk”
- Caraffa Ime (www.caraffa-ime.com)
- Circolo culturale Skanderbeg
Personaggi:
- Tenente Girolamo Comi: eroe nato a Caraffa nel 1856 e morto nel 1887 durante la battaglia di Dogali in Africa.
- Maggiore Luigi Comi: garibaldino nato a Caraffa nel 1838 e morto nel 1916.
- Dr. Rosario Monteleone: nato e morto a Caraffa (1830-1888).
- Dr. Antonio Peta: nacque nel 1864 e morì nel 1951, fu medico condotto per moltissimi anni.
- Don Giuseppe Maria Comi: fratello diretto del tenete G. Comi, nato a Caraffa nel 1852 e morto nel 1931, ha svolto il suo intenso apostolato a Catanzaro, è stato nominato Monsignore, Cavaliere, Canonico e Cantore della Cattedrale di Catanzaro e Padre Spirituale della Reale Arciconfraternita della chiesa del SS. Rosario.
- Don Michele Pucci: nato a Caraffa nel 1814, ordinato sacerdote e morto nel 1898.
- Don Lorenzo Monteleone: nato a Caraffa il 1826 e morto il 1890, è l’autore di 60 poesie e di un volume sull’educazione dei giovani.
- Don Gennaro Sciumbata: nato a Caraffa nel 1753 e morto nel 1849, ricostruì la nuova chiesa dopo il terremoto del 1783. ha lasciato un diario manoscritto di circa 250 pagine.
- On. Gennaro Miceli: parlamentare.
- Nicola Mazzuca: nacque a Catanzaro nel 1956 e morì a Caraffa nel 1991. Fu sindaco per 25 anni.
EVIDENZE DEMO-ETNO-ANTROPOLOGICHE
Alimentazione e piatti caratteristici:
Giochi popolari:
- Pizzica e rascu
- Il gioco del formaggio
- Sbritta
- Scarrica
DOCUMENTAZIONE
- Archivio comunale
- Racconti, poesie e sonetti tratti dal memoriale di Luigi Comi, Raccolti, impaginati e commentati dall’arch. Luigi Comi, Amministrazione Comunale di Caraffa di Catanzaro, Bashkia e Garrafës, Tipolitografia L’Alternativa, Catanzaro, 1999
- …Tradizione come esigenza di memoria storica – Tradita si Kërkesë e kujtesës historike, Scuola Media Statale “L. Monteleone” di Caraffa di Catanzaro, Bru. Mar., Catanzaro
- Tradita e dukje të ruajtura në kujtime – Tradizioni e immagini custodite nei ricordi, Scuola Media Statale “L. Monteleone” di Caraffa di Catanzaro, Bru. Mar., Catanzaro
- Gjuhet dhe të këndduarit e Tradites – Linguaggi e canti della Tradizione, Scuola Media Statale “L. Monteleone” di Caraffa di Catanzaro, Tipolitografia L’Alternativa, Catanzaro, 1996/97
- Storia di Caraffa – Antonio Sciumbata, ed. U.N.L.A. a cura di G. Peta, Caraffa di Catanzaro, 2005
- Il farmacista Pietro Comi – Ornella Donato, ed. privata, Caraffa di Catanzaro, 2006
- Tenente Girolamo Comi – Girolamo Comi, ed. U.N.L.A. a cura di G. Peta, Caraffa di Catanzaro, 2008
- Alla sacra memoria di Gesualdo Miceli – Carlo Miceli, Tipografia dell’orfanotrofio maschile di Catanzaro, Catanzaro, 1884
- Viaggio in Arbëria – Margherita Celestino, ed. Prometeo, Castrovillari, 2009
- Caraffa di Catanzaro – Francesco Maiorana, Tipografia Costanzo, 1986
- Per non dimenticare le radici – Aldo Guzzi, ed. Ursini, Catanzaro, 2003
- Caraffa di Catanzaro, Cenni storici, in “La Cultura di un popolo deve vivere, perché con essasi perpetuano i valori umani” – S. Maiorana,acura della Scuola Media Statale “L. Monteleone”, Caraffa di Catanzaro, 1983.
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