Il complesso delle comunità storiche italo-albanesi, alloggiate in aree geografiche diverse, costituiscono l’Arbëria, termine antico dell’Albania avente la stessa radice dell’etnonimo arbëresh che caratterizza gli Albanesi d’Italia.
Gli italo-albanesi, o arbëreshë, con 51 stanziamenti presenti in Italia, 43 comuni e 8 frazioni, registrano oggi una popolazione di oltre 100.000 abitanti disseminati in sette regioni dell’Italia Centro-Meridionale: Calabria, Molise, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia. È da oltre cinque secoli che gli arbëreshë, in varie ondate migratorie, si sono stanziati in terra italica, un autentico gruppo con una propria identificazione e diversificazione etnica. La cronologia della nascita delle “isole arbëreshe”, per gli storici, è controversa, e va ricercata nella ricostruzione della storia albanese, che si intreccia con quella del Regno delle Due Sicilie e con quella del Meridione d’Italia.
La lingua arbëreshe parlata in Italia è, generalmente, una variante arcaica del dialetto tosco parlato nell’Albania meridionale. Le comunità arbëreshe presenti in Calabria nell’istmo di Catanzaro (Caraffa, Vena, Zangarona, che è frazione di Lamezia Terme, Gizzeria, Andali e Marcedusa) identificano, probabilmente, le prime comunità albanesi che raggiunsero l’Italia meridionale.
Esse caratterizzano quella che può essere definita “l’Arbëria della Calabria Media”.
Le piccole comunità arbëreshe e i centri minori della provincia di Catanzaro (Caraffa, Gizzeria, Andali, Marcedusa, Zangarona e Vena di Maida), località di antico insediamento delle popolazioni alloglotte albanofone, rappresentano oggi altrettante occasioni d’incontro con una Calabria inedita e diversa, fatta di differenze linguistiche e culturali, di arte e di antiche tradizioni gelosamente custodite, nella cornice di paesaggi ancora non compromessi dall’omologazione e dalla frenesia tipica delle società consumistiche e di certo turismo di massa.
Si tratta di specificità territoriali oggi particolarmente significative nel panorama delle rappresentanze minoritarie presenti in regione e, sia pur minime in quanto a rilevanza demografica, esse appaiono ancora oggi ricche di risorse culturali, turistiche, ambientali in grado di sostenere una domanda di valorizzazione e di sviluppo culturale, di integrazione e di partecipazione alle opportunità del mercato sempre più qualificata e integrata nella dimensione regionale, nazionale ed europea.
(testo revisionato tratto da Catanzaro Arbëria di Mauro F. Minervino)