Page 11 - LA CHIESA DI SANT'ADRIANO
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La Chiesa di Sant’Adriano
da tempo immemorabile) dedicato ai Santi orientali
Adriano e Natalia, eretto dai monaci orientali secoli prima
e testimonianza del basilianesimo prosperato in
Calabria tra l’VIII e il IX secolo.
In questo posto, assieme a pochi monaci, Nilo fondò un
cenobio e costruì “una piccola chiesa, di mattoni e fango”.
Durante gli anni trascorsi nel monastero, Nilo aprì uno
Scriptorium dove insegnò ai confratelli l’arte calligrafica e
il sistema tachigrafico italo-greco, facendo del cenobio non
solo un centro di austera vita religiosa ma anche un attivo
luogo di lavoro.
C’era, infatti, chi tra essi si dedicava al lavoro dei campi, chi
alla trascrizione dei codici, chi alla istruzione dei confratelli
meno colti, chi ancora alle opere di carità.
La vita nel monastero, quindi, si snodava attraverso le
direttrici del monachesimo basiliano italo-greco del tempo:
preghiera, lavoro dei campi e lavoro intellettuale.
A questo periodo risalgono i frequenti ritiri
ascetici nell’eremo della vicina località Sant’Elia, nota come
grotta di S. Nilo, luogo silenzioso e suggestivo, dove il
monaco Nilo si recava spesso a pregare e meditare “per
sentirsi più vicino a Dio”.
Spinto dall’inquieto spirito migratorio proprio dei monaci
basiliani, Nilo, dopo 25 anni, quasi settantenne, lascia il
monastero di Sant’Adriano per avvicinarsi a Roma e, dopo
alterne vicende, si ferma a Grottaferrata, dove a 94 anni, il
26 settembre 1004, rende la sua anima a Dio. Sono i suoi
confratelli a continuare la costruzione del monastero di
Santa Maria di Grottaferrata, iniziata da Nilo, dove il
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