Page 12 - LA CHIESA DI SANT'ADRIANO
P. 12
Adriano Mazziotti
monaco di Rossano è sepolto.
Nel 1088, in pieno periodo normanno, l’abbazia fu concessa
al monastero latino di Cava dei Tirreni, in provincia di
Salerno, e rimase sotto la sua dipendenza per diciotto anni.
È a partire da questo periodo che la chiesetta niliana
incominciò ad assumere la fisionomia architettonica
romanico-normanna di oggi, a conoscere la stagione di
maggiore floridezza economica e patrimoniale e a godere
della donazione di diversi privilegi da parte dei
conquistatori normanni, perpetuati anche dai sovrani Svevi
nel XIII secolo e, successivamente, dagli Angioini.
Nel 1106, il duca Ruggero Borsa ripristinò l’autonomia del
monastero di Sant’Adriano e nel 1115 divenne sede
archimandritale di rito greco. Tra la seconda metà del
secolo XII e la prima del secolo XIII la chiesa venne
ricostruita, ampliata con le tre navate e abbellita con
pregevoli lavori artistici. Più tardi fu dotata anche di
autonomia amministrativa, grazie alla quale l’abate gestiva
i beni feudali.
Nel 1794, per decreto del re Ferdinando IV di Borbone,
l’antica badia fu soppressa per essere assorbita dal
“Collegio Corsini”. I monaci di rito greco furono estromessi
e sostituiti da una nuova autorità, il Vescovo presidente, e
i vasti possedimenti del monastero vennero incamerati dal
nuovo Istituto.
Il plurisecolare tempio è dedicato ai Santi coniugi Adriano
e Natalia, martiri vissuti nella seconda metà del III secolo
in Nicomedia, città della Bitinia (Turchia), dove Adriano,
ufficiale pagano, militava nelle armate romane sotto gli
imperatori Diocleziano e Massimiano, a cavallo tra il III e il
12