Page 19 - L'Acqua Muta, l'Acqua Nuova, l'Acqua Rubata
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L’Acqua Muta, l’Acqua Nuova, l’Acqua Rubata



            registrato verso la seconda metà del XX secolo,  ha annullato praticamente la
            percezione della distanza di un tempo.



























            Fig. 6 - Cartina del centro abitato di San Demetrio Corone elaborata dall’ing. Battista Sposato
            con la mappa sull’itinerario processionale sull’acqua della veglia pasquale

            Si aggiunga che,  ancor prima di ritrovare le citate importanti corrispondenze
            aliturgiche e liturgiche sul “silenzio” della notte pasquale, che hanno sciolto poi ogni
            dubbio residuo, ci si era chiesto se fosse plausibile l’ipotesi di una fontana storica di
            riferimento per l’Acqua rubata diversa da quella del monastero, magari allora più
            prossima al centro abitato. La congettura di una possibile alternativa, che andrebbe
            però  rigorosamente supportata  da adeguata documentazione,  anche  ricorrendo a
            fonti scritte e orali, indurrebbe a riconoscerla  nella fontana cosiddetta
            dell’Acquanova,  collocata comunque vicina alla chiesa madre, la stessa fonte che i
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            sandemetresi più anziani tutt’ora, anche se interrata e non più visibile, identificano








            25  La fontana di Acquanova figurava già censita nel Catasto onciario del 1743 e riportata da Salvatore Bugliaro
            nel repertorio toponomastico sandemetrese del suo volume: Salvatore Bugliaro (1998), S. Demetrio Corone e
            Macchia nella prima metà del Settecento. Analisi socio-demografiche ed economiche, Studio Zeta editore, Rossano,
            p.119.  Ovviamente il luogo fisico a cui qui si fa riferimento è quello individuato nella nota seguente come
            quello della sua prima ubicazione. Devo alla cortesia e alla collaborazione del caro amico Adriano Mazziotti
            la ricostruzione storica della  sistemazione della  fonte dell’Acquanova, ubicata storicamente nella  parte
            superiore dell’attuale Piazza Monumento, sotto la casa del medico Angelo Liguori (punto b della cartina), per
            essere poi trasferita nella parte inferiore della stessa piazza all’ingresso di Via Ipsilandi (punto c della cartina)
            e quindi definitivamente collocata verso la  metà degli anni ’60 del secolo scorso con annesso abbeveratoio,
            nella stessa direzione, ma sotto il piano stradale, sotto la casa della famiglia Bellucci (punto d della cartina).
            Ulteriori e  successivi lavori di  sistemazione della  zona hanno  fatto incanalare e reso non più visibile e
            utilizzabile questa fontana pubblica. Si deve ad Alessandro Patitucci e Nicola Provenzano questo recupero di
            memoria della storia locale che ci permette di ricostruire meglio anche la storia di questa fontana e di questo
            luogo pubblico, che mi sembrava utile per via della - al momento solo ipotetica - connessione che essa potrebbe
            aver avuto col rito dell’Acqua nuova o Acqua muta.
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