Page 14 - L'Acqua Muta, l'Acqua Nuova, l'Acqua Rubata
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Francesco Altimari
codice gr. 68 di Grottaferrata (già di Acquaformosa), un anthologion copiato in
Morea tra il 1390 e il 1410. Quindi, a parere di Parenti, al momento di giungere in
Italia gli Albanesi sicuramente avevano già assorbito la mistica del silenzio del
Grande Sabato, poi eventualmente estesa ad altri giorni dell'anno .
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Fig. 2 - San Demetrio Corone: “Fontana dei monaci” di S. Adriano
(Archivio fotografico di Stefano Altimari)
Se, come è probabile, tale pratica liturgica era condivisa e comunemente celebrata sia
dalla comunità arbëreshe che dalla comunità monastica basiliana del monastero di
S. Adriano , si potrebbe supporre che anche l’altra pratica popolare e aliturgica del
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silenzio, che si conclude attingendo all’acqua rigeneratrice nella fonte del monastero,
fosse come un continuum rituale binario collegato alla liturgia stessa della vigilia
pasquale: si tratterebbe, cioè, di una forma di pre-drammatizzazione ‘laica’
20 Comunicazione personale trasmessami con e-mail dell’8-3-2015 da Stefano Parenti che riprende e sviluppa
ulteriori riflessioni rispetto a quanto dallo stesso autore già riportato nel suo importante contributo
monografico di cui è stato coautore con Robert F. Taft, SJ (2014), Storia della liturgia di S.Giovanni Crisostomo,
volume II, Il Grande Ingresso. Edizione italiana, rivista, aggiornata e ampliata. Grottaferrata, pp. 197 e 192-
193.
21 Il Monastero basiliano di S. Adriano, fondato da S. Nilo di Rossano, fu attivo per oltre sette secoli, dal 1055
al 1794.