Page 9 - L'Acqua Muta, l'Acqua Nuova, l'Acqua Rubata
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L’Acqua Muta, l’Acqua Nuova, l’Acqua Rubata



            Le tracce rituali  riscontrate nelle diverse  aree regionali del Mediterraneo
            riconducono all’epoca medievale e, specificatamente, alla dominazione di Bisanzio:
            con più precisione temporale le si potrebbe legittimamente far risalire al periodo
            racchiuso  tra  il  IX  e  il  X  secolo  d.C.  in  corrispondenza alla  fase di  espansione
            dell’impero bizantino in quelle regioni, come si può osservare nella cartina allegata
            (vedi fig. n.1). In ogni caso le più antiche testimonianze che documentano questa
            pratica rituale nei Balcani, non vanno oltre il periodo bizantino: ad attestare per la
            prima volta  in epoca bizantina  tali  azioni magico-divinatorie, identificate come
            Κλήδονα, è stato Michele Psello (1018-1078) nel suo libro: “Περι ενεργειασ δαιµονων
            διαλογος” (in latino: De operatione daemonum). Anche accogliendo i dubbi di alcuni
            studiosi come Joseph Bidez e Paul Gautier che attribuiscono l’opera non a Michele
            Psello ma allo Pseudo-Psello vissuto nel periodo dei Paleologi, tra la fine del XIII e
            l'inizio del XIV secolo, resta confermata l’ipotesi della prima attestazione del nostro
            rito in epoca bizantina.

































                                      Fig. 1 - L’impero Bizantino - XI secolo d.C.

            3. Calabria: L’acqua nuova, l’acqua muta e l’acqua incantata
            In Calabria  registriamo  forme di  antiche  ritualità  legate all’acqua, di certo
            preesistenti al cristianesimo, che in seguito si sono radicate e integrate nel calendario
            cristiano orientale di matrice bizantina delle popolazioni rurali che hanno sempre
            intessuto e mantenuto un legame profondo con la terra, i suoi cicli e i suoi elementi
            vitali,  come  l’acqua  e  il  fuoco,  in  cui  credenze  religiose,  incantesimi  e  pratiche
            magiche spesso si intrecciano all’interno di culture tradizionali in cui la percezione
            dei riti religiosi e della magia non sempre si manteneva distinta.
            Tra le pratiche cerimoniali più rilevanti che si svolgevano la notte di Pasqua in alcune
            comunità calabresi, ma anche in alcuni paesi arbëreshë della Presila greca, si ricorda
            quello di attingere l’acqua nuova in fontane rispettando rigorosamente un patto di
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